Il lavoro si fa green: Francesca Arato, una Eco Designer torinese a Londra

10301517_747933308586226_4040305355811606769_n

di Elena Abou Mrad

Francesca Arato è una Eco Designer laureata al Politecnico di Torino. Ci siamo conosciute a New York dove lei lavorava come Coordinatrice del Programma Educativo Ambientale presso il Parco Nazionale di Gateway. Adesso lavora come School Waste Education Officer nel distretto londinese di Bexley, dove fa parte del Waste and Recycling Team (“Team Rifiuti e Riciclaggio”) e del gruppo SWAC (School Waste Action Club), specializzato nella gestione dei rifiuti scolastici. Dopo averla incontrata a Londra a settembre, ho deciso di intervistarla via Skype per scoprire di più sul suo lavoro.

  • Che lavoro svolge uno School Waste Education Officer?
    Andiamo in ogni scuola del distretto (sia pubblica che privata) di Bexley e facciamo assemblee di istituto e attività nelle singole classi per promuovere le “3 R”: Riduci, Riusa, Ricicla. Il distretto investe nell’educazione alla riduzione dei rifiuti, specialmente quelli che potrebbero essere riciclati e che invece spesso finiscono nell’indifferenziato, creando un grande impatto ambientale: ad esempio, la produzione di gas tossici come il metano. Svolgiamo, inoltre, alcune attività per la comunità (alle quali sono invitati anche gli adulti) sempre per quanto riguarda le “3 R”: spesso sono workshop che mirano a riutilizzare oggetti come arredamento e vestiti. L’industria tessile, infatti, è una delle più impattanti a livello mondiale: basti pensare all’acqua e alle risorse che vengono investite per produrre vestiti che a volte non vengono neanche usati.Un altro workshop che curiamo è sul cibo: “Love Food Hate Waste”. Nel Regno Unito ogni anno si buttano 7 milioni di tonnellate di cibo. Nel workshop si svolgono attività in cui diamo suggerimenti su come conservarlo correttamente per farlo durare più a lungo, in che modo organizzare i propri pasti al fine di non comprare più di quanto si ha bisogno e la maniera di riutilizzare gli avanzi in modo creativo. È presente anche uno chef che spiega come fare e insieme prepariamo un pasto che i partecipanti portano a casa alla fine dell’incontro. Questo è per porre l’attenzione anche sugli alimenti, per far capire alla gente che buttando via il cibo si buttano via anche le risorse necessarie per produrlo e portarlo fino a casa.

Apple_48_sheet.53faad74.11309-1024x512

Un’altra cosa che facciamo è assicurarci che i bambini imparino a riciclare in modo corretto (mettere il giusto rifiuto nel bidone giusto) in modo che possano passare le informazioni apprese anche alle famiglie. Ci occupiamo inoltre di controllare che i bambini riciclino correttamente all’interno della scuola e che le strutture scolastiche abbiano tutte le risorse necessarie per effettuare la raccolta differenziata: bidoni, servizi di raccolta ecc.. Questa è la parte meno educativa e più strettamente tecnica.

Un altro progetto interessante è Eco-Schools, dove aiutiamo le scuole a diventare ecosostenibili. È un programma internazionale nel quale gli istituti scolastici devono raggiungere obiettivi misurabili per vari temi: trasporto, energia, acqua ecc. Noi lavoriamo sui rifiuti, aiutando le scuole a raggiungere gli obiettivi su questo parametro.

Tutte le attività che svolgiamo e le visite sono gratuite; anche la consulenza fornita per migliorare la raccolta dei rifiuti negli istituti scolastici e la consegna dei bidoni è un servizio comunale.

  • Puoi darci un esempio delle attività educative che svolgi?
    Quando vado nelle scuole iniziamo al mattino abbastanza presto. La prima attività della giornata sono le assemblee, quindi prima di tutto bisogna preparare il materiale e caricarlo in macchina. Poi ci spostiamo di classe in classe per svolgere le attività. Anche per i bambini c’è una parte introduttiva teorica e poi una parte pratica e più creativa, dove trasformiamo i rifiuti in qualcosa di nuovo.
  • Come si svolge la tua giornata lavorativa?
    Con i più piccoli le attività sono educative e divertenti: utilizziamo il packaging degli alimenti per creare strumenti musicali o piccoli habitat per la fauna locale, come delle casette per gli uccelli. Ci occupiamo anche di spiegare il processo di produzione della carta, per poi fare insieme la carta in classe. Un altro progetto consiste nell’allevare i vermi e portarli nelle scuole per mostrare ai bambini come si forma il compost.
    I laboratori per i più grandi includono anche attività per insegnare a gestire i propri pasti, visto che si avvicinano all’età in cui andranno a vivere da soli. Spesso organizziamo dibattiti per discutere sui vari modi in cui il comune deve gestire i rifiuti: discarica, inceneritore ecc.
  • Avete nuove idee per progetti futuri?
    Uno dei prossimi progetti mira a insegnare a costruire oggetti di uso quotidiano a partire dai rifiuti. Ad esempio? Con le confezioni del latte si possono fabbricare una scopa e una paletta o dei cucchiai. Un’altra idea utile è costruire dei portafogli con le confezioni di tetrapak.

FNL5D15GAPUS66U.MEDIUM                                          Costruirlo è semplicissimo, clicca qui per le istruzioni.

  • Qual è stato il percorso che ti ha portata dove sei adesso?
    Mi sono laureata in Ecodesign (Design di prodotti e servizi ecosostenibili) al Politecnico di Torino (è un corso di laurea specialistica della facoltà di architettura). Sono sempre stata interessata alla promozione della sostenibilità ambientale nelle azioni di vita quotidiana. Nel 2013 ho vinto il bando per il Master dei Talenti della Fondazione CRT, per un tirocinio presso il Parco Nazionale di Gateway (Gateway National Recreation Area) a New York, nel corso del quale ho avuto modo di sviluppare un programma educativo chiamato “EcoLife”, dove i bambini di diverse strutture del New York City Housing Authority (NYCHA) venivano al parco per imparare di più sullo sviluppo sostenibile, non solo su temi legati ai rifiuti ma anche all’energia, ai trasporti e all’acqua.

    Una volta finito il periodo a New York ho cercato un lavoro che mi permettesse di continuare nello stesso ambito, per promuovere la sostenibilità ambientale attraverso l’educazione.

  • Qual è la parte più bella del tuo lavoro?
    Sicuramente l’atto di insegnare e vedere come i bambini e gli adulti rispondono in maniera positiva a ogni input. È la soddisfazione più grande.
  • Consiglia ai lettori un piccolo accorgimento per ridurre il proprio impatto ambientale nella vita di tutti i giorni.
    Il concetto generale che bisogna tenere a mentre è: “Ogni volta che butti via qualcosa devi pensare che stai buttando via una risorsa.”. A maggior ragione parlando di cibo e di packaging, nessuno pensa mai di andare al supermercato e dire “oggi vado a comprare un po’ di spazzatura”… che è quello che facciamo ogni volta che compriamo un prodotto confezionato. Il mio consiglio è: meglio scegliere i prodotti sfusi!La foto di Francesca è stata scattata da Irene Pepe per il programma EcoLife, Gateway National Recreational Area.
Precedente "Scarti" di Jonathan Miles Successivo Una foresta edibile a Cuneo